Come utilizzare gli NFT. Ecco i 7 modi per fare soldi con gli NFT

Vi è un crescente interesse per i token non fungibili (NFT) e questo si riscontra nel boom degli oggetti da collezione crypto e dell’arte NFT. Oggetti da collezione e opere d’arte sono infatti due degli utilizzi più diffusi nell’ecosistema della finanza decentralizzata (DeFi) ma di certo non gli unici.

La prospettiva di guadagnare con gli NFT si fa sempre più concreta man mano che questo mercato raggiunge un pubblico più ampio, e sempre più trader si chiedono come utilizzare gli NFT e come fare soldi con gli NFT, ed ecco perché abbiamo pensato di elencare e spiegare in che modo si possono usare i token non fungibili e qual è il reale potenziale di questi nuovi asset digitali.

I token non fungibili (NFT) hanno la peculiare caratteristica di essere unici e limitati, il che li rende paragonabili a dei beni reali, e con la loro crescente diffusione si prevede un loro sempre più esteso impiego.

Abbiamo già parlato di cosa sono gli NFT in un approfondimento ad essi appositamente dedicato, mentre ora cerchiamo di capire in che modo si possono usare. In particolare si possono indicare 7 modi per usare gli NFT:

  • Arte NFT
  • NFT da collezione
  • NFT e finanza
  • NFT e gaming
  • NFT e musica
  • NFT e asset nel mondo reale
  • NFT e logistica

Prima di analizzare uno per uno i vari utilizzi degli NFT, facciamo alcune doverose premesse. Prima che nascessero i primi token non fungibili era molto difficile creare degli asset digitali di un certo valore. Sappiamo bene che le protezioni sul copyright funzionano fino ad un certo punto, infatti per i consumatori è relativamente facile copiare opere d’arte digitali, e proprio lo sviluppo degli NFT ha fornito una soluzione valida a questo problema.

Con gli NFT è arrivata quindi la crypto arte e gli oggetti da collezione digitali ma non solo, infatti l’utilizzo degli NFT si estende fino al settore immobiliare e a quello della logistica, ed è possibile servirsi degli NFT per dimostrare l’autenticità di un determinato bene unico e da collezione.

Le applicazioni pratiche degli NFT inoltre tendono ad aumentare, si tratta infatti di un ecosistema ancora giovane che ha un grande potenziale di sviluppo e in cantiere ci sono già diversi progetti interessanti che vedranno presto la luce. Questi rappresentano già adesso un valore aggiunto per i creatori di contenuti da una parte e per i consumatori dall’altra.

Arte NFT

Il primo utilizzo che viene in mente per gli NFT è legato all’espressione artistica. Infatti sono stati proprio i token non fungibili, grazie alla loro peculiare scarsità, a risolvere alcuni annosi problemi dell’arte digitale. Era decisamente difficile preservare la rarità, o meglio l’unicità di un’opera d’arte digitale, in quanto è molto facile copiarla digitalmente.

Se un’opera d’arte del mondo reale viene falsificata in genere siamo comunque in grado di stabilire qual è l’originale, mentre con l’arte digitale questo di solito non era possibile. Ed è proprio qui che entrano in gioco gli NFT, permettendo di verificare digitalmente l’autenticità e la proprietà di un dato oggetto.

Facciamo l’esempio del CryptoPunk, uno dei primi NFT immessi nel mercato. Si tratta dell’immagine di un volto pixelato in stile anni ’90 e ne esistono 10.000 in tutto. Chiunque sarebbe in grado di visualizzare l’intera collezione e salvare alcune di quelle immagini, ma solo chi possiede l’NFT possiede l’originale. Attualmente i CryptoPunk sono tra gli NFT più ricercati e di maggior valore, e pensare che al loro lancio si potevano ottenere pagando solo una fee legata ai costi di commissione sulla rete Ethereum associata.

Se prendiamo poi l’esempio dell’artista digitale anonimo Pak, che ha creato una serie di NFT che sono completamente identici tra loro ad eccezione del nome assegnato a ciascuno di essi. Sono stati così lanciati The Cheap, The Expensive e The Unsold, con un valore diverso assegnato dall’autore in base al nome dell’NFT, ma di fatto tra uno e l’altro non vi sono differenze, se non il nome appunto, e il valore.

Il valore di un NFT infatti non riguarda necessariamente il suo aspetto, e spesso tutto quello che conta è poter dimostrare la proprietà di quel particolare asset, ed è questo che rende quello dell’arte l’uso più comune per gli NFT.

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NFT da collezione

Il valore di molti NFT è unicamente legato al concetto di collezione. Non ha molta importanza se si tratta di un PancakeSwap Bunny oppure di un NFT lanciato per l’anniversario dell’exchange Binance, gli NFT da collezione sono generalmente molto ricercati e il loro valore può raggiungere picchi piuttosto alti.

Inizialmente gli NFT da collezione hanno conquistato un pubblico ampio con le carte NFT collezionabili dell’NBA Top Shot, ma non ci è voluto molto perché diventassero mainstream ed iniziassero a registrare un notevole incremento di valore parallelamente all’aumento delle vendite sui marketplace di NFT come Opensea, BakerySwap e Treasureland.

Naturalmente il confine tra un oggetto d’arte NFT ed un NFT da collezione tende ad essere sfumato o del tutto inesistente in quanto un NFT da collezione può essere al tempo stesso un’opera d’arte NFT, anzi è così in moltissimi casi. E sono proprio questi due gli utilizzi più comuni degli NFT.

Se vogliamo fare un esempio di un NFT da collezione possiamo fare quello del primo tweet in assoluto pubblicato da Jack Dorsey. In questo caso parliamo di un NFT da collezione che NON è al tempo stesso un’opera d’arte NFT. Il suo valore è legato solo ed esclusivamente al concetto di collezione, ma non vi è alcuna espressione artistica che gli conferisca un qualche valore.

E qui si apre un altro interessante capitolo che riguarda la possibilità di trasformare in NFT i propri tweet. Lo stesso Jack Dorsey ha trasformato in NFT il suo primo tweet e lo ha venduto usando Valuables, una piattaforma che tokenizza i tweet.

Attraverso questa piattaforma chiunque ha la possibilità di trasformare in NFT i propri tweet mettendoli in vendita, e chiunque può entrare e fare un’offerta per acquistare il tuo tweet, ma sarai tu a decidere se accettare o rifiutare l’offerta. Se l’offerta viene accettata allora il tweet verrà coniato sulla blockchain ed è in questo modo che nascerà un nuovo token NFT che riporta la firma dell’autore del tweet.

Solo il legittimo autore del tweet può mettere in vendita quel tweet attraverso la piattaforma Valuables, ed ogni NFT che nasce in questo modo è firmato dal Twitter @handle del suo creatore verificato. Si crea in questo modo un pezzo da collezione digitale e raro, che può essere successivamente venduto, scambiato o conservato, proprio come se si trattasse di un autografo ma nella sua versione digitale, con la garanzia di autenticità in quanto non può essere falsificato.

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NFT e finanza

Abbiamo visto NFT che sono opere d’arte digitale ed NFT che sono oggetti virtuali da collezione, e in alcuni casi un NFT può essere contemporaneamente l’uno e l’altro. Ci sono però almeno altri 5 utilizzi per gli NFT, ed uno di questi è strettamente legato al mondo della finanza, in particolare alla DeFi (Finanza Decentralizzata).

In questo caso non stiamo parlando di NFT che acquistano valore da una determinata espressione artistica, che sia figurativa o musicale, né dalla collezione cui appartengono, ma dai vantaggi finanziari che assicurano al relativo proprietario.

La maggior parte di questi NFT è comunque costituito da immagini, ma non è da esse che trae il suo valore. Possiamo provare a fare l’esempio di JustLiquidity, che offre un modello di staking NFT basato su un preciso meccanismo. Funziona più o meno così: un utente mette n stake una coppia di token in una pool per un periodo di tempo prestabilito, e in cambio riceve un NFT che gli permette di accedere alla pool successiva.

In questo caso l’NFT ha il valore di un ticket virtuale, la cui funzione si esaurisce nel momento in cui viene sfruttato per accedere in questo caso alla pool successiva, dove attraverso lo staking sarà possibile ottenere un nuovo NFT, e questo crea un mercato secondario nel quale questi token vengono scambiati e venduti sulla base del tipo di accesso che garantiscono al suo proprietario.

Per spiegare il meccanismo alla base degli NFT che rientrano in questa categoria possiamo anche citare l’esempio di BakeryShop. In questo caso si tratta di combo NFT legate al cibo che permettono a chi le possiede di ottenere maggiori ricompense di staking. Nel momento in cui un utente contribuisce a BAKE riceve come ricompensa un NFT combo che permette di accedere ad una quantità variabile di potenza di staking.

Da qui nasce il meccanismo di speculazione in quanto gli utenti possono vendere sul mercato secondario queste combo che possono poi essere utilizzate per lo staking.

NFT e gaming

L’utilizzo degli NFT nel settore del gaming sta conoscendo una crescita molto rapida rendendo questo particolare mercato di sempre più grande interesse. Nel mondo del gaming assistiamo ad una richiesta sempre più forte di oggetti unici che si possono acquistare e scambiare, e il loro livello di rarità è il primo fattore che ne determina il prezzo.

In questo caso, trattandosi del settore del gaming, i giocatori hanno già familiarità con l’idea di valore degli oggetti digitali, e d’altra parte esiste da tempo un intero ecosistema in cui vengono effettuati acquisti in-game e milioni di micro-transazioni, un ecosistema con il quale la tecnologia blockchain e gli NFT in particolare si conciliano perfettamente.

Resta da capire cosa si può rappresentare con NFT nel mondo del gaming e in che modo ciò influisce sul valore del token. Gli NFT del gaming combinano aspetti di arte, di collezionabilità e di utilità pratica nel gioco. In questo campo il margine di crescita e di diffusione degli NFT è ancora molto ampio, infatti specie quando si tratta di videogiochi con un budget molto alto l’implementazione di NFT è piuttosto lontana per ora.

Questo non vuol dire che non esistano già oggi dei giochi in cui la tecnologia degli NFT è già stata integrata con successo. Possiamo fare infatti un paio di esempi di giochi NFT, come Axie Infinity oppure Battle Pets. Si tratta sia nel primo che nel secondo caso di giochi che rievocano lo stile dei Pokémon, infatti il giocatore colleziona e scambia animali e oggetti che servono a potenziarli o a modificarne l’aspetto.

I token che si utilizzano nell’ambito di questi giochi possono anche essere acquistati e venduti in sempre più floridi marketplace esterni.

Quanto all’aspetto di questi NFT che si utilizzano nel settore del gaming, alcuni possono anche avere un look accattivante, ma prevalentemente a determinarne il valore è la loro utilità nell’ambito del gioco in cui si utilizzano. Tornando agli esempi che abbiamo fatto, in Axie Infinity ogni animale ha alcune abilità che lo contraddistinguono e che gli permettono di avere dei precisi vantaggi nel combattimento con altri animali di altri giocatori. Di conseguenza ci saranno animali più forti o meno forti, e questi incide sul loro valore.

Prendiamo ad esempio un CryptoKitty, che può essere molto prezioso anche per i suoi tratti distintivi che possono essere letteralmente tramandati ai suoi discendenti. In definitiva possiamo dire che il valore di ciascun animale dipende da diversi fattori tra cui l’aspetto, la rarità, le sue caratteristiche e la sua utilità nel gioco.

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NFT e musica

Un altro campo di applicazione per gli NFT è quello della musica. Gli NFT possono essere collegati a un video oppure ad una immagine (come nel caso dell’arte) e possono anche essere collegati a un audio come ad esempio un brano musicale. L’utilizzo degli NFT in questo contesto potrebbe essere visto un po’ come la “prima edizione” digitale di un determinato disco, ma in sostanza siamo molto vicini a quello che è l’utilizzo nel campo dell’arte.

Il problema di fondo, per gli artisti, è rappresentato dalle difficoltà nell’ottenere una quota equa delle royalty. Su questo si è lavorato molto negli anni, e sono state ideate almeno due soluzioni possibili:

  • piattaforme di streaming basate sulla blockchain
  • monitoraggio delle royalty tramite blockchain.

Non mancano gli ostacoli che frenano il fiorire di progetti basati sulla blockchain, a cominciare dalla dura concorrenza di colossi come Amazon Music o YouTube per i servizi di streaming. Ricordiamo che anche quando nel 2017 Spotify ha acquistato una soluzione per le royalty basata sulla blockchain, MediaChain, per gli artisti è cambiato ben poco e di vantaggi per loro di fatto non ce ne sono stati.

I progetti più piccoli hanno quindi iniziato a lavorare principalmente con artisti indipendenti, e qui entra in gioco Rocki che su Binance Smart Chain offre agli artisti indipendenti una piattaforma attraverso la quale possono vendere royalty e ascoltare musica in streaming. Ricordiamo a tal proposito che la prima vendita di NFT royalty attraverso questa piattaforma ha portato alla raccolta di 40 ETH per il 50% delle royalty usando il token con standard ERC721.

Il successo di questo modello, e quindi dell’utilizzo degli NFT nel campo della musica, dipenderà in buona parte dalla sua eventuale adozione da parte dei servizi di streaming più importanti, e quindi un ruolo di fondamentale importanza sarà giocato anche dalle grandi etichette musicali.

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NFT e asset nel mondo reale

Il possibile utilizzo degli NFT nel mondo reale è ancora tra i meno sviluppati, anche per via del poco supporto che fino ad ora è arrivato da parte delle autorità che regolamentano questo settore.

L’idea di fondo per un’applicazione pratica degli NFT nel mondo reale è quella di digitalizzare il concetto di proprietà. Si potrebbero quindi usare NFT nel campo immobiliare in cui ad essere scambiati sarebbero beni immobili fisici, ma attraverso la creazione di risorse digitali tokenizzate (NFT) che rappresentino gli atti di proprietà di oggetti altamente illiquidi come una casa o un terreno, che in questo modo verrebbero immessi sulla blockchain.

Come accennato l’utilizzo degli NFT nel mondo reale è ancora in alto mare, e nonostante gli sviluppi siano potenzialmente molto interessanti, c’è ancora molto lavoro da fare.

Vale la pena ricordare che nell’aprile 2021 Shane Dulgeroff ha creato un NFT che rappresenta una proprietà in vendita in California e che al tempo stesso ha un oggetto di crypto arte ad esso collegato. Chi si aggiudicherà l’asta riceverà sia l’NFT e quindi il titolo di proprietà sull’opera d’arte digitale che rappresenta, sia l’immobile in questione e dunque la proprietà della casa. Restano però alcuni aspetti prettamente legali che andrebbero approfonditi e meglio chiariti.

L’utilizzo degli NFT nel mondo reale comunque non è circoscritto alla compravendita immobiliare, ma può riguardare anche oggetti più piccoli ma comunque di grande valore, come i gioielli. In questo caso un NFT può tornare utile a dimostrare la legittima proprietà nel momento in cui il proprietario si appresta a rivender l’oggetto.

Se prendiamo un diamante autentico, con esso viene generalmente fornito anche un attestato che ne certifica l’autenticità, e che al tempo stesso dimostra la legittima proprietà dell’oggetto. Se qualcuno tentasse di vendere lo stesso oggetto senza quel certificato non potrebbe dimostrarne l’autenticità, e questo gli creerebbe non pochi problemi a convincere il potenziale acquirente che ciò che sta tentando di vendergli sia effettivamente l’oggetto originale e che egli ne sia il legittimo proprietario.

Questo concetto si può facilmente applicare usando gli NFT. Si associa un NFT ad un determinato oggetto di valore e in questo modo il possesso del relativo NFT sarà altrettanto importante quanto il possesso dell’oggetto cui esso si riferisce, come atto di proprietà digitale.

NFT e logistica

Il settore della logistica è anch’esso un possibile campo di utilizzo degli NFT, e questo soprattutto per via dell’immutabilità e trasparenza della tecnologia blockchain. Si tratta infatti di aspetti che assicurano che le informazioni della supply chain rimangano autentiche e affidabili, in particolare quando si tratta di cibo, materie prime e altri beni deperibili, per i quali in questo modo diventa possibile sapere dove sono stati e per quanto tempo.

Gli NFT conferiscono poi un ulteriore vantaggio nel rappresentare oggetti unici, infatti si possono utilizzare per tracciare un prodotto che contiene metadati sulle sue origini, sul suo percorso e sulla posizione nel magazzino. Per comprendere meglio come si possono utilizzare gli NFT nel campo della logistica proviamo a fare un esempio pratico.

Prendiamo un paio di scarpe di fascia alta che vengono prodotte in uno stabilimento che si trova in Italia. Ad esse viene quindi assegnato un NFT impresso sulla confezione che può essere scansionato con facilità. Quell’NFT conterrà vari metadati che riguardano il prodotto, memorizzando nuovi dati man mano che il prodotto viene spostato.

L’NFT mostrerà quindi dove sono state le scarpe e quando ci sono state, e mentre il prodotto attraversa la supply chain ad ogni scansione dell’NFT vengono aggiunti nuovi metadati con il relativo timestamp, che potrebbero riguardare anche l’esatta ubicazione nel magazzino e l’orario di arrivo o di partenza.

Quando le scarpe in questione giungono alla loro destinazione finale il rivenditore finale potrà scansionare l’NFT e contrassegnarle come ricevute. In questo modo si ha a disposizione uno storico dettagliato dell’articolo, cominciando dallo stabilimento in cui è stato prodotto fino alla vendita al dettaglio, e al tempo stesso questo ne conferma l’autenticità.

Anche in questo caso ci sono degli ostacoli da superare per arrivare ad un esteso utilizzo degli NFT nel campo della logistica. Il primo elemento di cui tenere conto è il fatto che l’implementazione degli NFT nella supply chain richiede che in ogni fase venga utilizzata la stessa infrastruttura, e considerato l’elevato numero di attori e stakeholder coinvolti a livello globale, sorgono inevitabili difficoltà nel tentativo di coordinarli.

Siamo quindi in alto mare anche nell’utilizzo degli NFT nella logistica. Per il momento abbiamo il sistema TradeLens di MAERSK e Foot Trust di IBM che rappresentano un tentativo di implementare la blockchain nella logistica. Sia l’uno che l’altro usano Hyperledger Fabric, una blockchain IBM che supporta l’uso di NFT, ma bisogna ancora capire se vi sia effettivamente un ruolo che gli NFT svolgono tra un’operazione e l’altra.

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