Ieri, durante un’udienza presso lo U.S. House Committee on Financial Services, Janet Yellen ha dichiarato che USD presto potrebbe perdere il suo dominio come valuta di riserva.
Janet Yellen è l’attuale segretario del Tesoro del governo USA, ovvero l’equivalente del ministro delle finanze.
In passato è stata anche governatore della banca centrale degli Stati Uniti, la Fed.
Ha quindi molta confidenza con le materie finanziarie e monetarie, soprattutto per quanto riguarda la loro valuta nazionale, USD (il dollaro USA).
L’udienza di Yellen: il ruolo di USD come valuta di riserva
Ieri si è tenuta un’udienza presso lo U.S. House Committee on Financial Services a cui Janet Yellen ha partecipato.
Si tratta dell’annuale testimonianza del segretario del Tesoro davanti alla commissione, e riguardante lo stato del sistema finanziario internazionale.
Quindi l’argomento era proprio non solo il sistema finanziario internazionale, ma in particolare il ruolo degli Stati Uniti d’America nel contesto finanziario globale.
Nel comunicato stampa relativo a questa udienza si legge che Yellen ha dichiarato alla commissione che le istituzioni che dal 2020 stanno combattendo contro pandemia e guerra in Ucraina stanno facendo leva sui dollari per mobilitare finanziamenti dai partner degli USA e dal settore privato.
Ha citato, ad esempio, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca Mondiale.
Yellen ha anche ammesso che gli USA attualmente hanno una leadership in queste istituzioni, tanto che rifletterebbero i valori americani.
Inoltre, ha dichiarato che per il futuro il governo Biden, di cui Yellen fa parte, vorrebbe rafforzare ulteriormente la leadership statunitense in queste istituzioni.
Ma poi si è spinta oltre.
Il declino di USD come valuta di riserva
Sebbene abbia dichiarato di essere fiduciosa del fatto che USD rimarrà la valuta di riserva globale ancora per molto tempo, ha però anche ammesso che Cina e Russia potrebbero voler sviluppare un’alternativa.
In un tale contesto il segretario al Tesoro ritiene che dovrebbe esserci un’aspettativa di un lento declino del dollaro USA come valuta di riserva.
Quindi da un lato sostiene che USD non sarà sostituito a breve come valuta di riferimento mondiale, mentre dall’altro immagina che comunque sia in atto una fase di declino di USD.
Immagina però che questa fase sarà molto lenta, e che quindi per ora non rischia di far perdere al dollaro USA il ruolo di valuta di riferimento a livello globale.
D’altronde se si analizza il trend del Dollar Index (DXY), ovvero il valore di USD rispetto ad un paniere delle principali altre valute e livello globale, si nota che nonostante l’immensa quantità di dollari creati ed immessi sui mercati tra 2020 e 2021 la sua forza è aumentata.
Ad inizio 2020 il bilancio della Fed era di 4.100 miliardi di dollari, ma con l’inizio della pandemia e l’avvio dell’ultimo grande QE in poco più di due anni è arrivato a sfiorare i 9.000 miliardi di dollari. In altre parole è più che raddoppiato in circa 25 mesi.
Questo QE ha generato inflazione, tanto che dal 2% di inizio 2020 è salita ad oltre il 9% pochi mesi dopo la fine del QE stesso.
Tutto ciò avrebbe dovuto generare anche svalutazione di USD, ed invece ciò non è avvenuto.
Ad inizio 2020 il valore dell’indice DXY era di circa 99 punti, mentre ora è superiore ai 103.
A dire il vero durante la prima parte del QE DXY scese fin sotto i 90 punti, a dicembre 2020, ma già nel 2021 risalì, concludendo l’anno a 96 punti.
Appena finito il QE si è impennato, arrivando a 114 punti in poco più di sette mesi.
Da allora è sceso, ma rimanendo su livelli che non si vedevano dal 2003.
Presente e futuro
Quindi in questo momento il declino di USD non c’è ancora stato, anche se forse potrebbe essere iniziata quella ipotetica lunga fase suggerita da Yellen.
Sebbene negli sette otto mesi DXY sia sceso, ormai è da gennaio che oscilla più o meno attorno a quota 103 punti. Inoltre la quota attuale è ancora di molto superiore a quella di due, tre o quattro anni fa.
In altre parole ad oggi non c’è proprio alcuna traccia concreta di questo declino, sebbene vi siano indizi che suggeriscono che possa effettivamente iniziare.
Pertanto il ragionamento di Yellen si riferisce al futuro, ai prossimi anni o decenni, anche perchè ad oggi non c’è una vera e propria alternativa al dollaro come valuta di riferimento globale.
C’è invece un tentativo di creare questa alternativa, il cui successo non è per nulla scontato.
Se però Yellen avesse ragione, tale tentativo dovrebbe avere degli effetti concreti, anche se non necessariamente importanti e soprattutto non sul breve periodo.
Sull’ampiezza e la profondità delle conseguenze che potrebbe avere concretamente sul sistema finanziario globale l’introduzione di una valuta alternativa al dollaro in questo momento non vi sono certezze, ma solo tante ipotesi molto diverse tra di loro.
Anche perchè, tanto per fare un esempio concreto, negli ultimi anni il valore dello yuan cinese sul dollaro americano è rimasto relativamente costante, perchè dopo essere cresciuto nel 2020 (mentre DXY scendeva) in seguito è sceso, tornando su livelli addirittura leggermente inferiori a quelli del 2019.