Dubai, situata negli Emirati Arabi Uniti (UAE), è uno dei principali hub crypto dell’Asia: oggi la banca centrale degli UAE (CBUAE) ha ufficializzato l’avvio del progetto Digital Dirham, la CBDC di Dubai, Abu Dhabi, e gli altri emirati degli UAE.
Non si tratta ovviamente di una vera e propria criptovaluta, perchè non sarà affatto decentralizzata, ma il Digital Dirham sarà la valuta nativamente digitale degli UAE.
Crypto news: il comunicato della CBUAE sulla nuova CBDC di Dubai
Il comunicato ufficiale di oggi della banca centrale degli UAE afferma che, grazie ad una collaborazione con G42 Cloud e R3 ha dato inizio all’implementazione della cosiddetta “Central Bank Digital Currency Strategy”, ovvero una delle nove iniziative del programma Financial Infrastructure Transformation (FIT) del CBUAE.
G42 Cloud e R3 forniranno l’infrastruttura e la tecnologia per il Dirham digitale.
Il comunicato fa anche riferimento ad alcuni test di successo già condotti negli anni scorsi insieme alla vicina Arabia Saudita.
Si parla della possibilità di utilizzare una valuta digitale emessa da due Banche Centrali, per regolare i pagamenti transfrontalieri, ed il primo progetto pilota di CBDC transfrontaliera in collaborazione con l’Hong Kong Monetary Authority, la Bank of Thailand, il Digital Currency Institute della People’s Bank of China e la BIS (Bank for International Settlements).
La prima fase della CBDC Strategy della CBUAE dovrebbe essere completata nel giro di 12 o 15 mesi, e consiste nel lancio di mBridge per facilitare le transazioni CBDC transfrontaliere per il regolamento del commercio internazionale, in particolare con l’India.
Quindi in questa fase non verranno coinvolti direttamente i cittadini degli emirati, come invece fatto in Cina. D’altronde il successo dello yuan digitale cinese non è stato affatto significativo, tanto che ormai ci si è quasi dimenticati della sua esistenza.
Evidentemente da quella esperienza la CBUAE ha dedotto che l’utilizzo principale delle CBDC potrebbe essere proprio quello di facilitare gli scambi monetari multi-valuta tra banche centrali di diversi Paesi, o comunque per pagamenti di scambi internazionali.
Il comunicato afferma:
“Nell’ambito della trasformazione digitale degli Emirati Arabi Uniti, la CBDC contribuirà ad affrontare il problema dei punti di pagamento nazionali e transfrontalieri, migliorare l’inclusione finanziaria e spingere verso una società senza contanti.
Rafforzerà ulteriormente l’infrastruttura di pagamento degli Emirati Arabi Uniti, fornendo ulteriori solidi canali di pagamento, garantendo un servizio resiliente ed un sistema finanziario affidabile.
Ancora più importante, il CBUAE mira a garantire la prontezza degli Emirati Arabi Uniti per integrare le infrastrutture di pagamento con il potenziale futuro mondo della tokenizzazione, la tokenizzazione delle attività finanziarie e non finanziarie”.
La tokenizzazione
Probabilmente il passaggio più interessante dell’intero comunicato è quello relativo alla tokenizzazione.
Infatti fa presumere che l’infrastruttura tecnologica alla base del Dirham digitale consentirà anche l’emissione di nuovi token, magari come certificati digitali che rappresentano oggetti fisici o digitali, o la loro proprietà.
Fino ad oggi non si era mai parlato di utilizzare le CBDC per tokenizzare cose, perchè per poterlo fare occorre che non solo la banca centrale sia in grado di emettere token sull’infrastruttura di base di queste valute digitali.
Da notare che probabilmente tale infrastruttura non sarà una blockchain, perchè non sarà sicuramente decentralizzata e quindi non necessita di una tecnologia che consenta la decentralizzazione.
D’altronde se gli UAE, e Dubai in particolare, vogliono rimanere leader nel settore crypto devono per forza strutturarsi anche per poter fornire servizi finanziari a supporto della tokenizzazione.
Il commento del governatore della CBUAE
Khaled Mohamed Balama, governatore della CBUAE, ha dichiarato:
“La CBDC è una delle iniziative nell’ambito del programma FIT del CBUAE, che posizionerà e rafforzerà ulteriormente gli Emirati Arabi Uniti come principale centro finanziario globale. Il lancio della nostra strategia CBDC segna un passo fondamentale nell’evoluzione del denaro e dei pagamenti nel paese. La CBDC farà accelerare il nostro percorso di digitalizzazione e promuoverà l’inclusione finanziaria. Non vediamo l’ora per esplorare le opportunità che la CBDC porterà all’economia e alla società in generale”.
Le CBDC in giro per il mondo: le “crypto” statali oltre a Dubai (UAE)
Ormai sono in atto diverse iniziative in diverse parti del mondo che riguardano la creazione e l’utilizzo di valute delle banche centrali nativamente digitali.
Tuttavia ad oggi sono più i fallimenti che i successi, perchè le poche iniziative di successo in tal senso, come quella cinese, non hanno affatto ottenuto una buona accoglienza da parte degli utilizzatori.
Probabilmente pesa molto il fatto che le CBDC non solo non siano affatto utilizzabili in modo anonimo, ma soprattutto che consentano di fatto alle banche centrali di conoscere con precisione ed accuratezza tutti i movimenti di denaro effettuati dai cittadini.
A coloro che ci tengono particolarmente alla loro privacy, ed in definitiva alla loro libertà, le CBDC non piacciono affatto, perchè vengono percepite come un tentativo di spiare i loro movimenti di denaro.
Se poi dietro questi tentativi di “spionaggio” ci sono regimi autoritari come quello cinese, è facile intuire che ai cittadini l’utilizzo delle CBDC non piaccia affatto.
Invece l’approccio della CBUAE sembra leggermente diverso, perchè non sembra essere rivolto all’utilizzo del Dirham digitale da parte dei suoi cittadini, ma gestire in modo più facile questioni più complesse come i pagamenti transfrontalieri, e per portare avanti innovazioni come la tokenizzazione.