La community di GMX, piattaforma di trading perpetual, ha annunciato l’introduzione di una proposta per integrare gli oracoli di Chainlink a bassa latenza per migliorare i price feed delle crypto all’interno dell’exchange decentralizzato.
Si tratta di una partnership ancora non confermata, che è stata solamente discussa all’interno della sezione di Governance di GMX.
Tutti i dettagli di seguito.
GMX e la proposta di integrazione degli oracoli di Chainlink
Pochi giorni fa l’utente “Coinflipcanda” ha pubblicato all’interno della pagina dedicata alla Governance del protocollo GMX, una proposta davvero interessante.
Si tratta di una partnership con Chainlink per introdurre gli oracoli a bassa latenza all’interno del protocollo V2 in modo da garantire ai traders price feeds stabili e a prova di manomissione.
Il prezzo da pagare per GMX è una fee dell’1.2% sulle commissioni che la piattaforma guadagna quando gli utenti la utilizzano per fare trading decentralizzato.
Le commissioni del protocollo includono le commissioni pagate dagli utenti, attualmente proposte come commissioni di apertura/chiusura della posizione (“margin trading”), commissioni di prestito, commissioni di swap e qualsiasi altra commissione di cui il Tesoro di GMX trattiene successivamente una parte dal protocollo.
Ricordiamo che in precedenza la community di GMX aveva approvato una proposta per dirottare il 10% delle fees incassate dall’exchange verso la treasury.
Questi soldi sarebbero serviti per la ricerca e sviluppo e per l’integrazione di soluzioni in grado di migliorare i prodotti interni del protocollo e l’esperienza finale dell’utente.
In questo caso, la spesa sembra calzare a pennello con gli intenti precedentemente stabiliti.
Chainlink rappresenta un punto fermo all’interno del panorama della finanza decentralizzata per quanto riguarda la struttura degli oracoli che garantisce feeds di prezzo affidabili e difficilmente compromettibili ad oltre 950 protocolli differenti su blockchain.
La scelta di devolvere l’1,2% delle fees in incentivi economici ai nodi di Chainlink aiuta a garantire che i dati vengano forniti in modo indipendente e trasparente.
Gli operatori di dati di rete sono così motivati a garantire sempre feeds a bassa latenza, fondamentali per il corretto funzionamento dei mercati e necessari per l’espansione di GMX su altre blockchain
Attualmente la testnet Arbitrum ha sviluppato una versione beta di questi oracoli a bassa latenza e sono in corso dei test da parte dei contributori principali.
Il parere contrastante della community
La community di GMX ha espresso pensieri contrastanti sull’annuncio di questa proposta.
In molti credono che questa partnership sia essenzialmente quello che al protocollo serve per crescere sia in termini di miglioramento dei prodotti sia in termini di base di utenti.
Essendo Chainlink l’entità principale nel settore della DeFi per quello che riguarda il flusso di dati dal mondo reale a quello on-chain, si ritiene che l’integrazione con gli oracoli del progetto possa servire a raggiungere un livello di affidabilità e di notorietà superiore rispetto a quello ottenibile con altri oracoli minori.
Di fatti non esiste un protocollo che riesce a competere con la crescita e l’espansione di Chainlink, che negli anni ha effettuato più di 1700 integrazioni fra feeds di prezzo, automazioni, chiamate API, VRF e proof of reserve, su 7 differenti blockchain.
Dall’altra parte, una fetta della community rimane restia alla proposta.
Il motivo principale di questa titubanza è l’alto prezzo da pagare per ottenere i price feed a bassa latenza: l’1,2% rappresenta una cifra significativa se pensiamo al margine di crescita futuri di GMX.
Si stima che Chainlink, considerando le fees generate dal protocollo quest’anno, guadagnerebbe annualmente circa 2,5 milioni di dollari.
Si tratta di una cifra esagerata secondo la community.
L’altro motivo per cui una fetta degli utenti attivi nelle discussioni di Governance non condivide la partnership riguarda il fatto che lo stesso prodotto proposto da Chainlink era stato sviluppato in precedenza anche da Synthetix.
Secondo alcuni utenti si tratterebbe di una violazione della proprietà intellettuale visto che Synthetix aveva inizialmente ideato e condiviso l’idea, le specifiche ed i requisiti per lo sviluppo dei price feed a bassa latenza con Chainlink con la consapevolezza che quest’ultima avrebbe sviluppato la soluzione con Synthetix stessa.
Invece, Chainlink ha preferito procedere per la propria strada senza il riconoscimento del contributo del team di Synthetix.
Ovviamente non ci sono prove di questa violazione da parte di Chainlink e la discussione sul forum sembra essere verosimilmente riconducibile ad uno sterile piagnisteo di qualche sostenitore di Synthetix, frustrato dal fatto che Chainlink sta svolgendo meglio i lavori e i rapporti interpersonali con il mondo defi.
Come si sta muovendo il token LINK sul mercato?
Se questa partnership dovesse andare il porto sarebbe un’ottima occasione per riscattare il token LINK da una lunga fase priva di utilità, in cui il prezzo ha risentito di questa mancanza.
Infatti sebbene l’infrastruttura ad oracoli e la presenza degli operatori di dati di reti siano centrali all’interno dello sviluppo di piattaforme decentralizzate, questo non si può dire per il token LINK, che viene ancora visto come semplice moneta da vendere a mercato una volta riscattata per il servizio svolto.
L’integrazione con GMX V2 potrebbe aprire le porte ad un’era in cui LINK assume utilità all’interno del crypto spazio e diventa un asset da detenere in portafoglio piuttosto che uno da vendere appena sia il momento giusto.
Anche i programmi SCALE e BUILD potrebbero incrementare i casi d’uso di LINK, aumentando la popolarità e l’effettivo utilizzo on-chain, con conseguente rialzo dei prezzi.
In questo momento il token LINK ha un prezzo di 8,10 dollari, una capitalizzazione di mercato pari a 4,19 miliardi di dollari ed un rifornimento circolante che corrisponde al 52% rispetto alla supply massima fissata.
Il massimo storico è stato toccato a Maggio 2021 quando LINK raggiunse la cifra dei 53 dollari. Dopodiché una lunga discesa fino al bottom di 5,3 dollari ed una fase di accumulazione che sta proseguendo da circa un anno in cui il token viaggia tra i 5,3 dollari ed i 9,47 dollari.
Negli ultimi 7 giorni sembra che LINK si stia muovendo bene avendo visto aumentare il proprio valore di circa il 12%, forse trainato anche dalla crescita di Bitcoin e di Ethereum.
Sarà interessante vedere quali saranno i movimenti futuri di prezzo per LINK per valutare se effettivamente questa integrazione con GMX e le numerose implementazioni a cui sta lavorando porteranno a dei risultati.