Ci sono diverse persone che credono che in questo periodo debba ancora avvenire un nuovo crash sul mercato crypto.
Tuttavia, è difficile immaginarsi il perchè di questa supposizione.
La capitalizzazione attuale dell’intero mercato crypto è superiore ai 1.200 miliardi di dollari, ovvero un valore mai raggiunto prima di febbraio 2021, circa due anni fa.
Sebbene molte criptovalute siano nate dopo il 2017, i mercati crypto di fatto esistono dal 2010, e durante il picco dello stesso 2017 raggiunsero un massimo di circa 850 miliardi.
Il 2017 fu l’anno della seconda bolla post-halving, ed il 2021 è stato l’anno della terza bolla post-halving.
È pur vero che rispetto al massimo storico assoluto superiore ai 3.000 miliardi di dollari di novembre 2021 la capitalizzazione attuale è del 60% inferiore, ma è superiore del 46% rispetto al bottom annuale del 2022 di 830 miliardi.
Quindi, se nel corso del 2022 era chiaro che il mercato crypto stesse crashando, dovrebbe anche essere chiaro che il crash si è fermato a novembre dell’anno scorso, e che da allora non si è più intravisto alcun reale crash.
Crypto crash: i problemi rimasti
Il fatto è che vi sono ancora molti problemi, soprattutto sui mercati finanziari globali, che fanno presumere ad alcuni che il crash potrebbe essere in procinto di ripartire.
I due problemi principali sembrano essere il rischio di una recessione entro fine anno, e la politica monetaria ancora restrittiva delle banche centrali. Si tratta di problemi legati in particolare all’economia USA.
Va, però, detto che l’inflazione sta scendendo molto, e questo potrebbe indurre la Fed entro fine anno ad alleggerire la sua politica monetaria restrittiva. Probabilmente rimarrà restrittiva, ma un po’ meno onerosa per l’economia.
Infatti, una delle possibili cause principali della recessione è proprio la politica monetaria eccessivamente restrittiva, e dato che facilmente rimarrà tale anche per tutto il resto del 2023, non sono pochi coloro che sostengono che una recessione sia ormai inevitabile.
Se, però, la recessione dovesse essere lieve, come sostengono le autorità statunitensi, e la politica monetaria restrittiva della Fed dovesse essere un poco allentata, il crash dei mercati finanziari potrebbe essere scongiurato.
Le prospettive per Bitcoin e crypto
Secondo l’analista di mercato di eToro Simone Pietro, nonostante il prezzo di Bitcoin sia sceso dal suo recente massimo ad oltre 30.000$, sarebbe ancora all’interno di una sorta di serie vincente, se si osserva il suo andamento sul lungo periodo.
Anzi, il fatto che sia in crescita da circa quattro mesi consecutivi generalmente viene considerato un pattern positivo per una possibile nuova bull run.
Il 2023 fino ad ora è stato un anno completamente diverso dal 2022, e forse c’è chi non se n’è ancora accorto.
Pietro afferma che, mentre l’anno scorso Bitcoin ha subito perdite in concomitanza con preoccupazioni economiche e ritiri dai mercati globali degli investimenti, nel 2023 sarebbe diventato una sorta di punto di incontro per gli investitori, tanto da sembrare di essere all’altezza della sua definizione di “oro digitale“, per ora.
Quindi se da un lato c’è chi crede che un ulteriore crash sia imminente, dall’altra, invece, vi sono analisti che suggeriscono che il mercato crypto non se la stia affatto passando male in questo momento.
D’altronde, se proseguissero le somiglianze a grandi linee con il 2019, il prezzo di Bitcoin entro la fine della prima metà dell’anno potrebbe anche riuscire a risalire a 35.000$ o persino a 40.000$.
Buone notizie e sentiment positivo
A tutto ciò va aggiunto che oltre alle cattive notizie, provenienti soprattutto dai mercati finanziari tradizionali, ve ne sono anche di buone.
Ad esempio, la celeberrima casa d’aste Sotheby‘s ha debuttato sul mercato degli NFT, lanciando il suo marketplace ufficiale “Sotheby’s Metaverse”.
Altra notizia positiva per il settore crypto è stata il lancio di un fondo dedicato al mercato monetario digitale da parte di Franklin Templeton.
Si tratta di un fondo per il mercato monetario on-chain basato su Polygon, con 270 milioni di dollari di asset.
A fare da corollario a queste buone notizie ce n’è anche una di tono differente. Infatti, l’autorità fiscale del Regno Unito (HMRC) ha lanciato una consultazione sulla DeFi e sui servizi di staking per cercare di modificare il trattamento fiscale del settore.
Sebbene una maggiore chiarezza normativa in realtà potrebbe essere ben vista dalla comunità crypto del Regno Unito, dall’altro l’impatto di un’eventuale nuova regolamentazione a riguardo potrebbe invece produrre qualche svantaggio.
Sta di fatto, però, che in questo momento non vi sono notizie riguardanti specificatamente il mercato crypto che potrebbero far pensare ad un crash imminente.
Rimane, comunque, da vedere se eventuali problemi seri sui mercati tradizionali possano innescare un crash per ragioni esterne al settore crypto.