L’app Damus potrebbe essere rimossa dall’app store di Apple a causa di una funzione legata a Bitcoin.
Si tratta della funzione Zaps di Damus.
Apple: l’app Damus e il legame con Bitcoin
Damus è un social network creato su Nostr, il protocollo decentralizzato per la creazione di social network.
Damus è quindi realizzato su protocolli Internet open, così da far sì che nulla e nessuno possa vietarne o censurarne l’utilizzo.
Inoltre, è crittografato e consente agli utenti di mantenere il pieno controllo dei propri dati e della propria voce.
Non richiede nemmeno una registrazione per poter essere usato, e la creazione di un account non richiede numeri di telefono, e-mail o di rivelare la propria identità.
Non è nemmeno basato su un server centrale, perchè i messaggi vengono distribuiti su una rete decentralizzata. Oltretutto è anche programmabile ed integra bot per automatizzare l’attività.
Zaps
Essendo basato su Nostr integra anche la funzione Zaps del protocollo, ovvero quella che invia tips tramite Lightning Network praticamente senza costi di transazione.
Di fatto Zaps è il metodo principale con cui vengono trasferiti fondi nelle note di Nostr.
È sufficiente avere un wallet compatibile con Zap, come ad esempio Wallet of Satoshi, ed un client che ha implementato la funzione, come per l’appunto Damus.
Questo significa che tramite Zaps di fatto si inviano Bitcoin (BTS), sotto forma di Satoshi (Sat). Infatti i Satoshi non sono altro che le più piccole frazioni di Bitcoin, pari ad un centomilionesimo di BTC.
Quindi Zaps consente l’invio e la ricezione di Bitcoin, anche se in genere si tratta di transazioni di importi molto limitati.
Purtroppo ad Apple questa funzione pare proprio non piacere.
Il problema con Apple e l’utilizzo di Bitcoin
Il problema è stato evidenziato dallo stesso team di Damus su Twitter.
Oggi infatti hanno rivelato di aver ricevuto da Apple un’app review riguardo la versione 1.4.3 della loro app per iOS.
L’app infatti non risulterebbe conforme alle linee guida dell’App Store, in particolare quelle relative ai pagamenti per gli acquisti in-app.
L’obiezione sollevata da Apple riguarda proprio specificatamente le tips che si possono inviare su Damus utilizzando la funzione Zaps, ovvero le transazioni in Satoshi (Bitcoin).
In particolare la violazione riguarda l’utilizzo delle tips per pagare acquisti in-app di contenuti digitali.
Non è però chiaro quale sia nel dettaglio questa violazione, e soprattutto perchè questo comportamento viene considerato vietato.
Il tema di Damus scrive che l’app verrà rimossa dall’app store tra 14 giorni, a causa del fatto che Apple vieta le tips perché potrebbero essere utilizzate dai creatori di contenuti per vendere contenuti digitali.
Poi commentano dicendo:
“Questo potrebbe essere un momento di svolta: se le persone non possono effettuare transazioni p2p liberamente sulla loro piattaforma, ciò ha enormi implicazioni per l’intero ecosistema di app che integrano lightning e v4v”.
Cosa c’entra Bitcoin
A quanto pare Bitcoin come valuta non c’entra con la violazione contestata a Damus. C’entra probabilmente però il fatto che le transazioni via LN non sono tracciabili né censurabili.
Il vero problema sembra essere dovuto banalmente alla vendita di contenuti digitali, dato che se pagati via LN sono assolutamente incensurabili.
Quello che si fa fatica a comprendere però è perchè Apple non vuole consentire agli utenti di Damus di vendere contenuti digitali tramite questa app.
Oltretutto non sarebbe Damus a vendere quei contenuti, ma solo i loro utenti, e, come fa notare il team che sta dietro a questo social network, la funzione tips c’è anche in altre app, come Venmo o CashApp.
Inoltre anche su Twitter c’è una funzione simile, e Twitter è un social network come Damus. Perchè Apple tollera le tips sull’app di Twitter e non su quella di Damus?
È possibile che il problema di fondo sia proprio l’anonimato e la non tracciabilità delle transazioni via LN.
Damus sarà costretta a rimuovere la funzione Zaps pur di continuare ad essere presente sull’app store.