Top 3 criptovalute ecosostenibili da monitorare nel 2023

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Il dibattito sulle criptovalute ecosostenibili e sulla sostenibilità delle blockchain, soprattutto per quanto riguarda i consumi energetici di alcune criptovalute, va avanti da tempo.

Nel mirino della critica c’è soprattutto Bitcoin e il suo algoritmo di consenso proof of work, che sappiamo essere particolarmente energivoro. 

La sfida dei miners per aggiudicarsi la chiusura di un “blocco” è però un elemento essenziale della sua decentralizzazione, uno scotto da pagare per avere una rete sicura e non manipolabile da nessuno.

Bitcoin ha quindi trovato altri modi per limitare le emissioni di CO2 derivanti dal suo consumo. Secondo le ultime ricerche, utilizza in larga parte energia che proviene da fonti rinnovabili come gas naturali (21%) ed eolica, e solo il 22,92% dell’energia utilizzata proviene dal carbone.

Inoltre, una recente ricerca condotta dal Bitcoin Mining Council ha rivelato che il processo di mining di Bitcoin utilizza per il 58,4% energia pulita proveniente da fonti rinnovabili.

Ma quali sono nel panorama crypto le tre top crypto green sul mercato? In questo articolo cercheremo di dare una risposta esauriente una volta per tutte analizzando: Ethereum, Chimpzee e Solana.

Per approfondire: Ethereum.org

Ethereum: da POW a POS

Ethereum si distingue dalle altre crypto per essere una piattaforma fortemente ecologica. La chiave di questa sostenibilità risiede nel meccanismo di consenso adottato, noto come proof-of-stake (PoS), che utilizza gli ETH come risorsa anziché ricorrere a consumi energetici intensi. 

Questa scelta mira a garantire la sicurezza e l’integrità della rete senza appesantire l’ambiente. 

L’approccio ecologico di Ethereum si traduce in un consumo energetico approssimativo di 0,0026 TWh/anno, una cifra nettamente inferiore rispetto ad altre reti globali.

La stima del consumo energetico di Ethereum proviene da un approfondito studio condotto dal CCRI (Istituto di Valutazione Carbonica Cripto). 

Attraverso rilevazioni di nodi con diverse configurazioni hardware e software, il CCRI ha calcolato che il consumo energetico annuale della rete Ethereum ammonta a 2.601 MWh, equivalente a 0,0026 TWh. 

Inoltre, questa cifra si traduce in emissioni carboniche annue di circa 870 tonnellate di CO2e, considerando i fattori di intensità carbonica regionali.

Questa analisi diviene ancora più significativa quando posizionata in contesto con altri settori. Confrontando il consumo energetico di Ethereum con diverse industrie, emerge chiaramente il basso impatto ambientale della blockchain

Ad esempio, l’estrazione dell’oro e le attività di data center consumano rispettivamente 131 TWh e 200 TWh all’anno, dimostrando che Ethereum si posiziona su livelli di sostenibilità notevolmente più elevati.

Inoltre, Ethereum è il terreno fertile per la crescita di una comunità attiva nel settore della finanza rigenerativa (ReFi). Queste applicazioni ReFi, allineate con l’obiettivo di conciliare tecnologia e ambiente, stanno contribuendo a creare un ecosistema blockchain a impatto positivo. 

L’impegno di Ethereum verso la sostenibilità e l’adozione di meccanismi più ecologici stanno trasformando la percezione delle criptovalute, spingendo verso un futuro in cui l’innovazione tecnologica si combina con la responsabilità.

Chimpzee: aiuta l’ambiente con gesti concreti

Chimpzee è un progetto che cerca di coniugare il guadagno degli investitori attraverso un reddito passivo mentre vengono lanciate iniziative per aiutare l’ambiente.

In particolare, Chimpzee si concentra sul benessere degli animali e sulla salvaguardia del loro habitat attraverso raccolte fondi concrete e misurabili.

In pratica, ogni volta che si acquista il token nativo della piattaforma ($CHMPZ) si finanziano iniziative a favore della flora e della fauna selvatica.

Chimpzee offre diverse modalità per far guadagnare gli investitori attraverso la sua piattaforma.

Quello più semplice è l’acquisto e il successivo staking di $CHMPZ, con rendimenti stimati intorno al 20% annuo. Si potranno inoltre ricevere $CHMPZ quando sarà disponibile il marketplace dove acquistare oggetti unici ed esclusivi.

Si potrà poi guadagnare giocando a Chimpzee’s Zero Tolerance Game, un gioco online incentrato sull’ambiente, grazie ai premi destinati ai migliori in classifica. Infine, sarà possibile ottenere rendimenti attraverso il Marketplace NFT.

Anche se ancora in fase di prevendita, Chimpzee ha voluto cominciare a donare parte dei suoi profitti prima ancora di ultimare la piattaforma. Al momento ha raccolto più di 1 milione di dollari.

Ha inoltre piantato 1.200 alberi in collaborazione con One Tree Planted nella regione di Acre, in Brasile, allo scopo di contribuire al ripristino della foresta pluviale brasiliana e continuerà a piantarne altri man mano che l’ecosistema si svilupperà.

Ha anche donato 15.000 dollari attraverso The Giving Block alla WILD Foundation. I fondi saranno utilizzati per sostenere l’ONG e le Eco Guards che proteggono uno degli ultimi branchi al mondo di elefanti che vivono nel deserto.

Solana: uno dei layer 1 più virtuosi tra le criptovalute ecosostenibili

A partire da metà dal 21 aprile di quest’anno la blockchain di Solana aggiorna regolarmente una pagina web dedicata alle statistiche che monitorano le principali metriche ambientali della rete: il consumo energetico, l’impronta di carbonio e l’intensità energetica della rete, sono solo alcuni dei dati raccolti. 

I dati provengono da un software installato sui nodi validatori di Solana, la pagina verrà però aggiornata solo ogni due settimane.

La Fondazione Solana sostiene di essere la prima “grande rete di smart contract blockchain” a comunicare pubblicamente il proprio impatto ambientale .

Il tracker delle emissioni, sviluppato in collaborazione con la piattaforma specializzata Trycarbonara, raccoglie statistiche dai dati della chain e da un campione rappresentativo di validatori Solana.

Questi dati, che tengono traccia di quando i singoli validatori sono online e offline e del contesto geografico in cui utilizzano l’energia, offrono dunque una misura molto più precisa del consumo energetico di Solana rispetto alle stime su cui ci si basava in precedenza.

Per approfondire la metodologia vi rimandiamo al sito ufficiale di Solana Climate.

*Questo articolo è stato pagato. Cryptonomist non ha scritto l’articolo né testato la piattaforma.