Bitcoin è salito non solo grazie agli ETF

bitcoin etf

Nel mese di giugno il prezzo di Bitcoin è salito facendo registrare i nuovi massimi annuali del 2023 a quasi 31.500$. Se la spinta principale pare essere arrivata dagli ETF, in realtà ci sono stati anche altri fattori scatenanti o favorenti. 

È quello che emerge dall’ultima Digital Asset Management Review di CCData, pubblicata ieri

Gli ETF su Bitcoin

Nonostante vi siano già da tempo ETF su Bitcoin, due notizie a tal riguardo hanno fatto muovere al rialzo il prezzo di BTC. 

La prima è l’approvazione da parte della SEC del primo ETF a leva su Bitcoin negli USA. Si tratta di un ETF basato su contratti futures sul prezzo di BTC, ma con obiettivo di rendimento di 2x. 

Ad oggi la SEC ha già approvato diversi ETF basati su future su Bitcoin per il mercato statunitense, ma fino ad ora non ne aveva ancora approvato nessuno a leva. 

Inoltre non ne ha ancora mai approvato nessuno su Bitcoin spot, ovvero collateralizzato direttamente in BTC. 

A tal proposito ha fatto scalpore la notizia del tentativo di BlackRock di farsenene approvare uno, dato che fino ad oggi sono falliti decine di tentativi in tal senso. 

BlackRock però ha un tasso di approvazione molto elevato, superiore al 99%, tanto che proprio il giorno dell’annuncio il prezzo di BTC è salito da 25.000$ e 26.000$. 

Se queste due notizie sono state probabilmente le due principali che hanno dato sostegno o innescato il rimbalzo del prezzo di Bitcoin delle ultime settimane, non sono state le uniche ad aver influenzato i mercati crypto. 

Le altre notizie

Il report di CCData rivela infatti che il mese di giugno è stato caratterizzato da diversi sviluppi significativi nel settore dei prodotti di investimento in asset digitali. 

Ad esempio è stato annunciato il lancio di EDX Markets, da parte di colossi della finanza tradizionale come Fidelity, Charles Schwab e Citadel. 

Si tratta di una piattaforma sviluppata da importanti società di servizi finanziari, che ha iniziato a fornire servizi di trading spot per Bitcoin, Ethereum, Litecoin e Bitcoin Cash. 

Il report rivela che ne ha tratto vantaggio soprattutto Bitcoin Cash, che ha fatto registrare un forte aumento di valore dopo essere stato quotato e scambiato sulla piattaforma. Addirittura ha guadagnato il 116% in meno di dieci giorni, anche se rimane a -94% dai massimi del 2017. 

Inoltre l’AUM totale per i prodotti di asset digitali ha registrato un aumento del 9,05%, raggiungendo i 33,4 miliardi di dollari. Anche i volumi aggregati medi giornalieri dei prodotti di investimento in asset digitali sono rimbalzati, aumentando del 6,77%.

Ad oggi l’aumento del patrimonio totale in gestione per i prodotti di investimento in asset digitali ha cumulato un +69,5%, con quelli dedicati al solo Bitcoin che a giugno sono cresciuti del 12,4%. 

Da notare che ad aprile e maggio queste metriche erano in calo. 

Addirittura il Bitcoin Trust di Grayscale (GBTC) ha visto aumentare i propri volumi di scambio del 78,9% a giugno, anche grazie alle notizie riguardanti gli ETF. 

Ora i prodotti di investimento basati su Bitcoin hanno una quota di mercato del 73,1% nel settore degli asset digitali, in aumento del 3,0% rispetto a maggio. Quelli su Ethereum si fermano al 23,1%, oltretutto in calo rispetto al 24,5% di maggio.

Le conclusioni del report

Alla luce di tutto ciò, il report di CCData afferma che Bitcoin ha dimostrato di essere una valida asset class con cui gli investitori possono diversificare i loro portafogli. 

Negli ultimi anni ha attirato una notevole attenzione da parte degli investitori tradizionali, in particolare grazie alla circulating supply che non può essere manipolata da nessun governo centrale, e che può quindi aiutare in caso di forte espansione monetaria. 

Inoltre nel complesso i quadri normativi per gli exchange e le criptovalute stanno diventando più chiari, nonostante quello che invece non sta accadendo negli USA da questo punto di vista. 

Tuttavia i mercati degli asset digitali hanno ancora molta strada da fare affinché gli investitori più avversi al rischio possano sentirsi a loro agio ad operare al loro interno. 

Oltretutto è probabile che eventuali investitori istituzionali che vogliano ottenere esposizione a questi asset preferiscano prodotti di investimento in criptovalute come ETN ed ETF, che rendono le criptovalute più accessibili agli investitori perché possono essere scambiati sulle borse tradizionali, senza le complessità della custodia in sicurezza. 

Il quadro che ne emerge quindi è sostanzialmente positivo, anche se ancora lontano da una situazione ottimale.